In alcuni casi l’approccio osteopatico tende ad essere integralista e troppo esclusivo. Le ridotte evidenze scientifiche la fanno scontrare con la medicina classica che invece esige evidenze cliniche e terapeutiche oggettive.
Detto questo vedo l’osteopatia come uno strumento da inserire nella pratica quotidiana, un approccio globale al paziente che però può e deve integrarsi con tutti gli altri strumenti terapeutici che il fisioterapista ha a disposizione. Mi riferisco alle terapie fisiche, linfodrenaggio, altre tecniche manuali, esercizio terapeutico e rieducazione funzionale.
L’altro aspetto importante è capire quando c’è bisogno di un consulto medico specialistico (ortopedico, neurologico, reumatologico, fisiatrico, odontoiatrico) o di un altro professionista (podologo, logopedista, psicologo, dietista…). Diventa fondamentale valutare le problematiche del paziente e capire se sono io il professionista sanitario adatto a lui. Dall’approccio multidisciplinare arrivano i risultati migliori in termini di efficacia della terapia.
Emerge nuovamente l’importanza di una valutazione attenta e scrupolosa, della semeiotica e della clinica. Visionare una radiografia o un’ecografia e associarla all’esame obiettivo, diventa fondamentale.
L’osteopata-fisioterapista è una figura sanitaria e come tale deve avere un approccio sanitario e razionale alle problematiche che il paziente riferisce.