Che differenza c’è tra Osteopata e Fisioterapista?

L’osteopatia è stata riconosciuta come professione sanitaria ma ad oggi non c’è un percorso universitario che forma il professionista così come avviene per il fisioterapista. La formazione avviene tramite scuole private certificate (UNI ISO 21001:2018, UNI EN 16686:2015, UNI EN ISO 9001:2015), che hanno la durata di 5 anni. Verrà istituito a breve il corso di laurea e la differenza sarà che l’osteopatia si occuperà solo di terapia manuale nell’ambito della prevenzione mentre la fisioterapia più dell’ambito riabilitativo e della rieducazione funzionale. In realtà non è chiaro come in pratica saranno suddivise le formazioni e poi le professioni.

Ad oggi la differenza è legata all’approccio. Spesso la fisioterapia classica tende a considerare più il sintomo e la sede anatomica locale, senza metterlo realmente in relazione con il resto del corpo della persona che presenta quella problematica. Quindi in caso di dolore al ginocchio, si tratta il ginocchio e le strutture anatomiche vicine. Molte volte questo approccio è sufficiente e il risultato della terapia è positivo, mentre altre volte il risultato è parziale e non stabile nel tempo.

Una fascite plantare che ha una concausa legata a una disfunzione a livello pelvico, magari sacro-iliaco, derivante da una caduta avvenuta 3 anni prima, non troverà risoluzione completa trattando solo il piede e l’arto inferiore.

Un dolore a livello dell’arto superiore con mano gonfia e dolente al risveglio, legato ad una disfunzione della spalla e del torace, non troverà benefici stabili se non si valuta e si tratta la componente toracica (sterno, coste e vertebre).

 Un dolore lombo-sacrale o perineale che ha una concausa nelle aderenze create da una cicatrice di un cesareo o di un’appendicectomia, troverà risultati apprezzabili solo se tratteremo manualmente la cicatrice e le sue connessioni viscerali.

Un disordine temporo-mandibolare(click o dolore ATM) sostenuto da una disfunzione della sincondrosi sfeno-basilare, non migliorerà trattando solo i muscoli masticatori e il rachide cervicale.

E ancora, una dorsalgia che ha una componente viscerale gastrica, non si modificherà se non viene trattata la sfera viscerale.

A questo può aggiungersi la posturologia e la valutazione dei recettori, la valutazione delle catene mio-fasciali e della catene lesionali e la valutazione e trattamento di alcuni aspetti del sistema nervoso autonomo.

L’osteopata cerca un’interazione e uno scambio con i tessuti del paziente, non aggredisce e non pretende risposte. Si cerca di stimolare la risposta fisiologica dei tessuti viventi, in modo che i naturali processi di guarigione e recupero tissutale possano manifestarsi al meglio.

Un’Osteopata-Fisioterapista sarà in grado di integrare razionalmente le due visioni e ottimizzare i risultati terapeutici.

Gli strumenti che l’osteopata-fisioterapista possiede durante la valutazione del paziente sono molteplici: raccolta dati, domande specifiche, osservazione, test attivi (movimenti eseguiti dal paziente), test passivi e test manuali. Il paziente viene valutato in piedi, seduto e sdraiato. Dall’insieme di questi dati viene sviluppato il razionale osteopatico terapeutico che viene costantemente modulato in base alle risposte del paziente. Ecco che emerge l’importanza di una prima valutazione attenta e scrupolosa, che permetterà di impostare un percorso terapeutico efficace.

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