Il dolore sacroiliaco e osteopatia

1) ANATOMIA E BIOMECCANICA

L’articolazione sacroiliaca è l’articolazione tra osso sacro e ileo, quindi è il punto di passaggio tra colonna vertebrale e bacino. La principale funzione dell’articolazione sacroiliaca (SI) è quella di trasferire le forze meccaniche dal tronco agli arti inferiori e viceversa. L’articolazione sacroiliaca è una diartrosi le cui superfici articolari sono a forma di orecchio, e contengono creste e depressioni irregolari. La sua superficie sacrale concava è coperta da una spessa cartilagine ialina mentre la superficie iliaca convessa è rivestita da una fibrocartilagine sottile. Il sacro e l’ileo sono stabilizzati da potenti legamenti posteriori, interossei e anteriori. Molto importanti sono quelli posteriori, in particolare il legamento sacrotuberoso (estensione fasciale del bicipite femorale) e sacrospinoso (collegamento con la fascia endopelvica).

I legamenti sacroiliaci nelle donne sono meno rigidi rispetto agli uomini, in modo da consentire la mobilità necessaria per il parto. La superficie dell’articolazione è liscia nei giovani e diviene irregolare nel tempo e il movimento si riduce con l’età.

L’articolazione sacroiliaca è stabilizzata anche da muscoli, che influiscono sulla sua mobilità. I più importanti sono il muscolo ileopsoas, il muscolo piriforme, i muscoli del pavimento pelvico, il quadrato dei lombi, il grande gluteo e i paravertebrali.

L’articolazione sacroiliaca normale prevede un movimento di piccola entità di pochi gradi di rotazione e un paio di mm di traslazione. In realtà ileo e sacro si muovono reciprocamente ma su assi diversi e la biomeccanica è piuttosto complessa.

La mobilità del bacino e del sacro è influenzata anche da catene muscolari ascendenti e discendenti, come i muscoli di coscia e gamba, i muscoli paravertebrali e la parete addominale.

2) SINTOMI

La sintomatologia compare spesso in seguito a movimenti scorretti della colonna, come sollevare un peso da terra o fare lavori manuali pesanti.

Ne sono esempi il sollevamento di uno scatolone, un trasloco, un lavoro in giardino. Anche un gesto sportivo rapido può scatenare i sintomi.

Il dolore è inizialmente intenso abbastanza localizzato in zona sacroiliaca, solitamente posteriore, con irradiazioni in zona glutea e verso la coscia. A volte il dolore può simulare una sintomatologia sciatalgica.

Dopo i primi giorni tende ad attenuarsi, diventando più sordo e meno intenso e a migliorare con il movimento, quindi a caldo. Movimenti bruschi o sovraccarichi possono accentuarlo nuovamente.

3) CAUSE

Le cause sono molteplici ma spesso c’è uno squilibrio del bacino e un’alterazione posturale alla base. Riassumo le cause più frequenti:

-traumi e cadute

-sovraccarichi funzionali

-squilibri posturali

-disfunzioni del pavimento pelvico

-disfunzioni viscerali

-posture viziate

-artrosi

-patologie reumatiche

-infezioni

4) DIAGNOSI

Il medico di famiglia è solitamente il primo a cui il paziente si rivolge. Il primo approccio terapeutico prevede la farmacoterapia con FANS. Una radiografia del bacino in carico, può essere utile ad escludere fratture o artrosi.

Lo specialista in ortopedia è sicuramente in grado di fare una diagnosi più accurata, arricchita da test clinici per diagnosi differenziale con problematiche di colonna lombare o dell’articolazione dell’anca.

L’ Osteopata-Fisioterapista è in grado di valutare in modo scrupoloso i segni ed i sintomi del paziente, inserendoli in un ragionamento clinico considerando la globalità del corpo. Esiste un gruppo di test da eseguire, che permette di impostare un intervento manuale efficace.

5) TRATTAMENTO MANUALE E RIEDUCAZIONE

L’approccio manuale può veramente fare la differenza in un’articolazione che spesso viene considerata poco dal punto di vista funzionale. 

L’ Osteopatiaprevede il trattamento di colonna vertebrale e bacino con tecniche dirette a muscoli, legamenti e altri tessuti molli, al fine di ridurre la tensione ed equilibrare la componente fasciale.

Vengono usate anche manipolazioni e tecniche articolari dirette.

Spesso vengono trattate anche le articolazioni periferiche come anca, ginocchio, caviglia e piede.

In alcuni casi sarà necessario trattare manualmente anche le strutture viscerali connesse anatomicamente con la sacroiliaca, come il cieco, il sigma o i legamenti di utero e ovaio.

Il lavoro manuale viene sempre integrato con esercizi posturali da eseguire prima con il fisioterapista e successivamente a domicilio. L’obiettivo è mantenere stabili i miglioramenti e dare al paziente uno strumento per gestire i benefici ottenuti.

GIACOMO GHELARDINI, Osteopata D.O. Fisioterapista

Sitografia

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